Emozioni all’impazzata sul volo Jeddah-Dubai
Non so se succede anche a voi, ma da qualche mese a questa parte le emozioni stanno volteggiando come palloncini, senza meta, come se non avessero una traiettoria da seguire e nemmeno una destinazione da raggiungere.
La mia esperienza personale è iniziata così: lo scorso marzo mi trovavo a Jeddah, in Arabia Saudita, dove stavo lavorando per il primo film festival internazionale mai esistito in Terra Saudita: un’esperienza nuova, incredibile e con un gruppo di colleghi molto affiatati. Occupandomi degli ospiti internazionali, verso la fine di febbraio ho iniziato a ricevere le prime disdette di partecipazione, finché piano piano la direzione del festival ha deciso di annullare l’evento previsto a marzo e posticiparlo, senza sapere bene che saremmo andati incontro ad un anno di pandemia globale, che sta coinvolgendo tutto il mondo, senza esclusione di colpi.
Così io ho anticipato il mio volo da Jeddah a Dubai e quello è stato l’inizio della pandemia per me: arrivata in aeroporto bardata di mascherina e guanti guardavo le persone e cercavo di tenermi a distanza, finché è stato il turno di salire sull’aereo. Ci sono voluti pochi minuti per capire che c’era qualcosa di strano, assolutamente unico: il volo era vuoto, saremmo state 5 persone in tutto. Inizia a prendermi il panico,faccio fatica a respirare, cerco di non dare nell’occhio, vorrei piangere, ma se accenno a soffiarmi il naso pensano che sia malata e mi mettono in isolamento, quindi trattengo le lacrime, le urla e vado in bagno ogni 20 minuti, lì mi sfogo. Poi prendo il cell e controllo se ho wifi e grazie al cielo, c’è! Wifi a bordo mi sembra un sogno! Scrivo a mio padre ed al mio ragazzo, che rispondono subito e mi tengono compagnia per tutta la durata del volo: sono fortunatissima penso! Arrivata a destinazione esco senza troppi problemi e mi reco a casa mia, mi sento miracolata. Non ho ben capito questo flusso di emozioni ma è proprio per l’incertezza ed il fatto di non sapere cosa stesse succedendo che mi ha fatto paura: il pensiero di rimanere bloccata in Arabia Saudita senza possibilità di rientrare a casa mi ha fatto venire attacchi di panico frequenti per 3 ore consecutive durante il volo: pensavo di morire! Nei giorni successivi la situazione è diventata più chiara ma gli attacchi non accennavano a smettere: mi svegliavo in piena notte e correvo in bagno per sciacquarmi la faccia e calmarmi. Pian piano ho realizzato che tutti i piani sono saltati: portare a New York i miei genitori, lavorare come freelancer. Molte persone stavano morendo in tutto il mondo per un virus chiamato Corona.
Non mi sono mai fatta prendere dal panico, soprattutto a lavoro, seppur lavorando negli eventi, ho sempre ragionato e risolto problemi in modo repentino e risolutivo ma senza perdere le staffe, anzi. Questa situazione era diversa, più grande di me, incontrollabile.
Hanno iniziato a chiudere i confini, il mio visto è stato cancellato, ho esteso a spese mie per poter rimanere a Dubai, ma a luglio sono rientrata in Italia per un paio di mesi, dove ho fatto colloqui per lavorare a Milano. Era tutto così strano, ma pian piano ho realizzato che non potevo abbandonare anni di sforzi e lasciare il paese che mi ha dato più possibilità, dove mi sono guadagnata una casa e ho iniziato una vita da sedentaria.
Allora ho prenotato un volo e sono rientrata. Ho avuto quasi subito la fortuna di diventare co-fondatrice di una startup, Travelini e mi ci sono buttata a capofitto.
Ancora oggi, a distanza di 10 mesi da quel volo, faccio fatica a capire questo strano virus, ma io lo sto combattendo: ho fatto la prima dose del vaccino e speriamo che protegga me gli altri! E voi? Come state vivendo questo periodo? Avete avuto delle perdite importanti? Come state affrontando l’isolamento e la lontananza dai cari? La perdita del lavoro? Mi piacerebbe poterne parlare per condividere storie, emozioni e magari trovare tutti insieme il modo per affrontare al meglio questa situazione.
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